Quando parliamo di terapia parliamo di un percorso, dalla durata variabile, intrapreso per fare fronte a momenti di difficoltà, di disagio e/o disturbi psicologici. È un percorso che prevede lo svolgimento di diversi incontri il cui fine primo è quello di effettuare un accertamento rispetto alla necessità del paziente e il fine ultimo è quello di promuovere un suo cambiamento.
“Che succede se inizio una terapia?”; “Cosa mi aspetta?”; “Come fa una persona che non mi ha mai visto a conoscermi, capire come sono per essermi di aiuto in un momento di difficoltà?”; “Come sarò alla fine del percorso con il terapeuta?”. Questi sono alcuni timori, interrogativi che le persone spesso si pongono nel momento in cui decidono di affrontare un percorso terapeutico.
Cosa spaventa le perone nel prendere questa decisione? Probabilmente l’ignoto, il non sapere cosa succederà nelle sedute e dove porterà il percorso, il non sapere come si diventerà. Un grande timore è dettato spesso dal tema del cambiamento; a spaventare è come si cambia.
La terapia non è un percorso indefinito e variabile, benché sia un percorso individualizzato e differenziato da persona a persona, segue fasi precise e definite, con una durata concordata con il paziente a seguito di una prima valutazione. Tra le fasi di una terapia troviamo l’accertamento e il cambiamento.
Accertare: primi momenti di terapia
Alla domanda “come farà uno sconosciuto a capirmi?” possiamo rispondere con il termine ACCERTAMENTO. Con accertamento ci si riferisce alla fase iniziale, ossia alla valutazione operata dal clinico nelle prime sedute. Dell’accertamento fanno parte diverse operazioni compiute dal terapeuta al fine di valutare e comprendere sia il funzionamento globale della persona, sia il disagio riportato, il problema che conduce la persona a chiedere una terapia, sia la natura di tale disagio. Ovvero il fulcro è capire da dove nasce e quali sono gli elementi che lo mantengono impedendo il normale e sereno svolgimento della vita dell’individuo. Nei primi incontri di terapia il clinico ha la necessità di conoscere nella misura più accurata possibile il sistema di credenze, pensieri, nonché il vissuto emotivo che caratterizza quella persona, al fine di procedere poi nelle successive fasi della terapia in modo individualizzato.
Secondo la terapia cognitiva, il disagio vissuto dai pazienti è derivante dalla relazione che intercorre tra pensieri, emozioni e comportamenti. Il risultato di tale relazione è ciò che guida il comportamento, che orienta la persona a muoversi nel mondo e influenza le relazioni interpersonali. L’esplicitazione di tale relazione è di fondamentale importanza nella fase di accertamento, perché permette di rendere visibile, sia al clinico che al paziente, i meccanismi cognitivi che guidano la valutazione degli eventi. Accade di frequente che il disagio riferito dal paziente non derivi tanto dall’elemento concreto riportato, ma dalla valutazione emotiva e cognitiva che egli compie rispetto all’avere un problema o all’avere quello specifico problema. Per tale motivo condurre in modo dettagliato ed accurato la fase di accertamento si configura come elemento molto importante all’interno di un percorso terapeutico, inoltre questa fase si configura già di per se come terapeutica. Infatti se da un lato permette al clinico di definire il disagio specifico e proprio di quella persona, dall’altro porta il paziente a scoprire quali sono quei pensieri che determinano e mantengono la sua sofferenza, nonché a riconoscerli una volta attivati per fronteggiarli, modificarli o sostituirli con modalità di pensiero maggiormente funzionali.
Un accertamento efficace
Perché un accertamento sia efficace ed esaustivo il clinico deve essere riuscito, con l’aiuto e la collaborazione del paziente, a:
- raccogliere le informazioni, necessarie e sufficienti, per una chiara e dettagliata costruzione del tema riportato dal paziente
- individuare quelli che sono i meccanismi che portano il mantenimento dei sintomi,
- condividere tale modello con il paziente e concordare assieme gli obiettivi terapeutici.
Quanto emerge dall’accertamento non è immodificabile, anche a seguito della condivisione del caso, dei processi cognitivi ed emotivi e della definizione degli obiettivi è possibile che terapeuta e paziente possano rinegoziare e ridefinire la direzione del lavoro terapeutico, qualora insorgessero difficoltà o necessità altre.
ABC: uno strumento per accertare
Una tecnica cognitiva efficace e utile, sia nella fase di accertamento che successivamente durante il lavoro terapeutico, è la tecnica dell’ABC. Con tale metodo il paziente viene guidato a comprendere i meccanismi cognitivi di valutazione degli eventi, che, essendo abituato a mettere in campo da così tanto tempo sono diventati automatici e non immediatamente identificabili. In seduta si analizzano in dettaglio episodi di sofferenza e disagio, vengono individuate le credenze ed esplicitati i pensieri che generano e le emozioni e i comportamenti in emersi di conseguenza. Il paziente dopo essere guidato all’utilizzo di tale strumento sarà invitato ad utilizzarlo anche a casa per incrementare sempre maggiormente la consapevolezza del proprio stile cognitivo, che sarà oggetto del trattamento.
Cambiamento: cosa e quando
Il cambiamento è una fase inevitabile in un percorso terapeutico che abbia esito positivo. Quando parliamo di cambiamento, non ci si riferisce ad una radicale trasformazione o stravolgimento della persona. Il cambiamento che la terapia mira a produrre, riguarda sia il modo di pensare al proprio disagio, che ai propri sintomi, ma anche al modo di pensare agli eventi che ci accadono ed alle reazioni emotive conseguenti. Si tratta, in sostanza, di una ridefinizione del sistema di pensieri e credenze proprio dell’individuo, che per apprendimento e storia di vita è diventato troppo rigido, inflessibile e disfunzionale alla conduzione serena della propria vita, nonché di ostacolo al raggiungimento dei propri scopi.
Una volta che terapeuta e paziente condividono il progetto terapeutico e l’obiettivo della terapia, il cambiamento che si verificherà non sarà peggiorativo. Ciò non toglie però che, durante il percorso, il paziente si trovi a soffrire anche maggiormente, o a prendere contatto con temi che possono, o coglierlo alla sprovvista, o che erano stati volutamente allontanati perché dolorosi. Questi momenti sono anticipati nella fase di accertamento e condivisione del progetto terapeutico, sono momenti delicati che vengono gestiti e affrontati in un contesto di sicurezza, dedicando loro la delicatezza ed il tempo del quale necessitano.
Per tutti questi motivi non è possibile definire un tempo nel quale avverrà il cambiamento, se non una stima approssimativa legata ai dati che emergono dalla letteratura scientifica. Temporalmente la fase di cambiamento in terapia è successiva a quella dell’accertamento, anche se già in accertamento il paziente inizia a muovere i primi cambiamenti. È una fase che durerà fino alla conclusione della terapia subendo, probabilmente, ritmi non sempre costanti.
Per quanti fossero interessati ad approfondire le tematiche relative allo svolgersi della psicoterapia o alle fasi della terapia è possibile contattare il centro PsicoLogica chiamando il 389 09 69 657 o inviando una email a info@modenapsicologica.it