La fine della terapia è spesso un momento tanto critico quanto il suo inizio: può sembrare un sollievo per chi vede la terapia come un lungo percorso molto impegnativo sotto tanti punti di vista, ma talvolta non è così. La fine della terapia può essere vissuta come un momento di abbandono, di distacco o di semplice congedo, che può essere accompagnato anche da emozioni negative, come tristezza o paura.
Questo è comprensibile se, concedendoci un esempio semplicista, paragoniamo il percorso di psicoterapia a un corso di scuola guida. Prima di iniziare, sappiamo che esistono diversi tipi di macchine, che le persone possono conoscerle in maniera più o meno approfondita e che si possono guidare in diversi modi. Quando iniziamo a guidare, cominciamo a capire alcune cose importanti: come si fa a tenere la macchina accesa, quando possiamo accelerare e quando dobbiamo frenare, cosa serve al motore per continuare a funzionare bene. L’istruttore seduto di fianco a noi può darci le nozioni che ci servono per raggiungere il nostro obiettivo, ovvero imparare a guidare con prudenza e sicurezza. Se ci viene un dubbio o ci si spegne la macchina in mezzo a una rotonda, l’istruttore può spiegarci cosa è successo, formulando ipotesi con noi per capire quale è giusta: è apparso un ostacolo che non ti aspettavi? O hai lasciato troppo presto la frizione? Avere l’istruttore a fianco è rassicurante ed è spesso necessario per apprendere il giusto modo di padroneggiare l’auto. Ad un certo punto, superiamo l’esame e torniamo a casa senza più bisogno dell’istruttore. Ecco, la sensazione che abbiamo avuto facendo la nostra prima guida senza nessuno al nostro fianco può ricordare il vissuto al termine della terapia. È soggettivo: alcuni sono entusiasti di guidare finalmente da soli, altri hanno una paura folle di dimenticare tutto ciò che è stato appreso, altri ancora tentennano per qualche mese e poi prendono fiducia nelle proprie capacità.
La terapia termina quando vengono raggiunti gli obiettivi concordati all’inizio del percorso e si verifica, anche attraverso strumenti testistici, che l’individuo abbia raggiunto un soddisfacente livello di benessere. Questo passaggio viene concordato e discusso insieme in terapia e risulta strettamente connesso all’individuazione degli obiettivi del percorso. Al termine della terapia vengono proposti alcuni incontri (solitamente almeno 2, ma possono esserne concordati di più) definiti di follow-up, finalizzati al monitoraggio del mantenimento degli obiettivi raggiunti. Clinico e paziente verificano che gli apprendimenti della terapia siano sufficienti e adeguatamente generalizzati, per evitare che una nuova condizione problematica possa portare al nuovo sviluppo di sintomi d’ansia o depressione. Questi incontri permettono inoltre di identificare precocemente aree di vulnerabilità che non risultavano precedentemente oggetto di trattamento e, eventualmente, riprendere il percorso con nuovi obiettivi.
Talvolta anche dopo lunghi periodi si può avvertire il bisogno di ricontattare il terapeuta, o di cercare nuovamente aiuto per diverse difficoltà. Come dire: dopo un po’ di tempo che si guida da soli si possono accantonare certe buone abitudini, a volte si parte distrattamente con la seconda marcia inserita, altre ci si spegne la macchina e non riusciamo a capire subito cosa c’è che non va. In questo caso, se effettivamente il tempo intercorso è ampio, può essere necessario ricominciare a partire dalla valutazione psicodiagnostica, per verificare gli aspetti sintomatologici attuali e identificare gli obiettivi più adeguati in quel momento. È sempre opportuno, se le condizioni lo permettono, rivolgersi allo stesso terapeuta, per riprendere tecniche e strategie già apprese, ma magari non applicate regolarmente per molto tempo. In alternativa, il terapeuta che già possiede le informazioni sulla nostra storia e sul nostro precedente percorso, può proporci di rivolgerci a un collega esperto che dispone di altri strumenti, allo scopo di offrirci le competenze migliori per il quadro attuale.
In sintesi:
- La fine della terapia si basa sul raggiungimento degli obiettivi concordati all’inizio del percorso
- Paziente e terapeuta concordano insieme le modalità di chiusura del percorso
- Vengono proposti incontri di follow up per monitorare il mantenimento degli obiettivi raggiunti e del benessere della persona
- È possibile riprendere il percorso di terapia qualora emergano nuove difficoltà meritevoli di un intervento adeguato.