La depressione: i sintomi del disturbo
La depressione si identifica per la presenza di periodi prolungati in cui la persona avverte un abbassamento del tono dell’umore e/o diminuzione di interesse o piacere per quasi tutte le attività. A ciò si affiancano solitamente altri sintomi, come perdita o aumento di peso e appetito, difficoltà nel sonno, agitazione o rallentamento, faticabilità e spossatezza, sentimenti di autosvalutazione e colpa, ridotta capacità di concentrarsi e pensieri ricorrenti di morte. Tali sintomi non sono necessariamente tutti presenti, ma una parte di questi si manifesta con costanza per almeno due settimane e causano un disagio significativo per il soggetto che ne soffre.
Depressione: quanto è comune
Negli Stati Uniti si stima che, nell’arco di un anno, il 7% della popolazione soffra di depressione. L’OMS ha stabilito che nel 2020 la depressione sarà la seconda causa di disabilità dopo le malattie cardiovascolari, e entro il 2030 sarà la patologia cronica maggiormente diffusa. L’Agenzia Italiana del Farmaco, nel rapporto del 2014, afferma che oltre un milione di persone ha assunto antidepressivi, con un incremento dell’1,4% rispetto all’anno precedente.
Il decorso della depressione
Il decorso di tale disturbo è molto variabile: per alcuni è estremamente difficile guarire completamente, mentre in altre persone è frequente l’alternanza tra momenti di maggior benessere e episodi depressivi che si manifestano ciclicamente. La terapia cognitiva ha mostrato la sua efficacia nel trattamento della depressione, ciononostante in tale disturbo emergono alti tassi di ricaduta o di remissione solo parziale. La terapia metacognitiva nel setting di gruppo ha mostrato prove di efficacia superiori alla terapia cognitiva standard, con miglioramenti che risultano stabili dopo 2 anni dal trattamento.
Cosa ostacola la guarigione dalla depressione
Ma quali sono i fattori che ostacolano la guarigione o che rendono una persona più vulnerabile alla possibilità di ricadere nella depressione? Secondo la prospettiva metacognitiva, l’elemento chiave risiede nelle metacredenze (o credenze metacognitive), ovvero ciò che pensiamo sui nostri pensieri. Le metacredenze attivano stili cognitivi maladattivi, che costituiscono fattori di mantenimento di emozioni negative e rafforzano idee negative su di sé, sul mondo e sugli altri. Gli stili di pensiero riconosciuti come elementi che mantengono il disturbo sono:
- Ruminazione – pensare e ripensare volontariamente alla propria condizione, con lo scopo di comprendere le ragioni del proprio malessere e le azioni necessarie per affrontarlo
- Rimuginio – riflettere continuamente sul proprio futuro, per prevedere e anticipare il pericolo di stare male o pianificare modi per evitarlo
- Monitoraggio della minaccia – prestare attenzione ai propri sintomi e ai cambiamenti del tono dell’umore, per analizzarsi e verificare la propria capacità di affrontare il disagio provato
Dal punto di vista comportamentale, tali stili cognitivi conducono spesso la persona a preferire l’evitamento delle attività e l’isolamento dalla propria rete sociale. Ciò crea un circolo vizioso in cui la persona evita ogni situazione relazionale, spesso per paura di risultare di peso, mentre chi la circonda mostra rispetto per questa decisione, promuovendo involontariamente l’isolamento.
La terapia metacognitiva per la depressione
La terapia metacognitiva mira a concettualizzare e discutere con il paziente proprio le credenze che sostengono ruminazione, rimuginio e monitoraggio della minaccia.
I punti chiave del trattamento metacognitivo sono:
- Le credenze metacognitive positive, che riguardano la necessità di ruminare per superare i sintomi depressivi e trovare una risposta ai propri problemi (se rifletto bene su quando ho incominciato a stare male capirò l’origine di questo problema e riuscirò a riprendermi)
- Le credenze metacognitive negative, relative all’incontrollabilità della ruminazione e al pericolo che deriva dai sintomi depressivi (non posso fare altro che pensare ai miei problemi; se mi sento triste da una settimana mi devo preoccupare, vuol dire che non sono normale, non guarirò mai)
- L’assenza di meta-consapevolezza rispetto alla ruminazione (rumino tutto il giorno, non distinguo quando inizio o quando smetto, lo faccio in automatico)
- Ruminazione, rimuginio, monitoraggio della minaccia e comportamenti conseguenti.
Il percorso di intervento mira innanzitutto a condividere con la persona uno specifico modello di funzionamento del disturbo, con l’identificazione degli elementi descritti e le modalità in cui essi interagiscono. Successivamente vengono proposti esercizi volti a interrompere l’applicazione di stili di pensiero maladattivi, favorendo un distanziamento critico dai propri pensieri. Infine, vengono discusse le credenze metacognitive che sostengono il disagio provato, identificando nuove modalità di approccio ai pensieri. A questo punto si affrontano i comportamenti disadattivi causati dalla depressione, quali isolamento e evitamento, pianificando azioni concrete per riprendere le attività spesso sospese o tralasciate. Si identificano infine le diverse situazioni di criticità che potrebbero determinare una ricaduta, progettando con il gruppo strategie più utili per affrontarle.
Perché un gruppo per la depressione?
L’intervento di gruppo, se svolto con modi e tempistiche adeguati, è un valido supporto al percorso individuale. Nella depressione, il circolo vizioso che porta all’isolamento può confermare l’idea che il proprio malessere sia estraneo agli altri, che nessuno possa essere in grado di immedesimarsi o comprendere tale condizione. L’intervento metacognitivo di gruppo per la depressione prevede una parte maggiormente didattica, in cui il terapeuta illustra i passaggi chiave del modello teorico. A ciò si alternano momenti di esercitazione, attraverso il confronto tra i partecipanti e l’applicazione del modello alla propria esperienza personale. I partecipanti assumono un ruolo attivo, nella discussione dei meccanismi che hanno mantenuto il disagio provato e nell’elaborazione di nuovi piani. In molti casi il gruppo può essere fondamentale per rafforzare e consolidare un percorso individuale, prevenendo la possibilità di ricadute. In altri casi, la partecipazione al trattamento di gruppo può costituire l’occasione per riprendere un percorso già effettuato, riprendendo tecniche già apprese, che può essere tuttavia necessario rivedere in momenti di maggior difficoltà.
Terapia metacognitiva di gruppo per la depressione: tempi e modalità del servizio
Il percorso è costituito da dieci incontri, condotto da professionisti specializzatisi nel protocollo con il prof. Papageorgiou, del Metacognitive Therapy Institute. I gruppi si tengono a cadenza settimanale, il lunedì dalle 18 alle 20, presso la sede di PsicoLogica. Per poter accedere all’intervento di gruppo, occorre aver svolto un colloquio conoscitivo con uno dei professionisti di PsicoLogica.
Per avere maggiori informazioni sulla terapia metacognitiva di gruppo per la depressione scrivici a info@modenapsicologica.it o chiama il 389 09 69 657