Terapia di gruppo
Quando, perché e come integrare la terapia di gruppo
La terapia di gruppo è un utile strumento di integrazione a un percorso psicoterapeutico individuale, in quanto permette di condividere le proprie esperienze e l’apprendimento di nuove abilità con altre persone con un vissuto simile.
Il formato della terapia di gruppo nasce nel 1905 in America e conosce la sua massima diffusione a metà degli anni 30. A oggi, diverse ricerche hanno mostrato come la terapia di gruppo sia una forma di psicoterapia molto efficace, quanto meno alla pari della psicoterapia individuale nella sua capacità di fornire un significativo beneficio al paziente (Burlingame, MacKenzie e Strauss, 2004).
La scelta del gruppo
La terapia di gruppo prevede un contesto diverso rispetto alla terapia individuale, alla quale comunque si affianca senza diventarne mai sostituzione. È importante che il contesto allargato venga utilizzato come luogo preferenziale in cui poter apprendere abilità e approfondire questioni che hanno a che fare con una parte specifica della difficoltà del paziente, come se fosse un “rinforzo” al contesto individuale, che resta prioritario e in cui sarà possibile sia discutere con il proprio terapeuta quanto accaduto durante le sedute di gruppo, sia collocare quanto appreso nel contesto più ampio del proprio funzionamento complessivo. Per questo, spetta a ogni terapeuta proporre di affiancare le sedute con un percorso di gruppo, qualora percepisca la necessità del paziente di approfondire specifiche tematiche, che in contesto allargato possono essere affrontate con maggiore efficacia.
I vantaggi della terapia di gruppo
Il gruppo porta con sé una serie di vantaggi, che non sarebbero perseguibili in un contesto individuale.
Innanzi tutto, la possibilità di condividere con altre persone un vissuto emotivo e un’esperienza difficile. Molte persone arrivano alla decisione di intraprendere una psicoterapia con la spiacevole sensazione di essere i soli a avere certi problemi, pensieri, impulsi, emozioni. Questo senso di triste unicità è mantenuto o intensificato da un isolamento sociale spesso causato dai sintomi stessi. Una persona depressa, per esempio, solitamente ha poca voglia di condividere con altre persone il proprio tempo, figuriamoci le proprie difficoltà. Per questo, tende a chiudersi in se stessa e intorno alla propria sofferenza, da una parte mantenendo il problema, dall’altra iniziando a covare la sensazione di essere diversa e tristemente sola nella propria problematica. Nel gruppo terapeutico questa sensazione di unicità e solitudine viene smentita, creando un’importante fonte di sollievo e speranza.
La psicoeducazione nella terapia di gruppo
In secondo luogo, il gruppo è il contesto ideale per svolgere quella che si chiama psicoeducazione: una condivisione di informazioni, tanto fondamentale quanto efficace, finalizzato a aiutare il paziente a conoscere meglio il proprio problema e, insieme ad esso, individuare i fattori sui quali ha senso intervenire per risolverlo. Le informazioni comprendono diversi argomenti, tra cui il funzionamento delle emozioni, la loro espressione, le relazioni con gli altri significativi, le tecniche di assertività che ci permettono di comunicare i nostri bisogni nella giusta distanza sia dall’aggressività che dalla passività, e così via. Mentre i contenuti possono variare, il contesto allargato del gruppo terapeutico permette un confronto maggiormente prolifico sia con il conduttore che con gli altri partecipanti e consente a ogni membro di analizzare le questioni in modo più approfondito e da diverse angolazioni.
Ancora, il contesto allargato del gruppo è il luogo per elezione deputato all’apprendimento interpersonale, all’apprendimento cioè di dinamiche e strategie con cui possiamo avere a che fare con le altre persone. Nel gruppo i pazienti sono accomunati da problemi emotivi, è vero, ma sono anche l’uno per l’altro dei buoni “banchi di prova”, che consentono loro di sperimentare in un contesto dapprima protetto quello che viene appreso nella teoria, attraverso tecniche quali il role-playing o l’osservazione diretta. Se inizialmente il fatto di esporsi davanti ad altre persone può sembrare imbarazzante, quando queste persone diventano compagni di un percorso verso un obiettivo comune è al contrario consolatorio sapere di poter avere la loro opinione e il loro feedback mentre si sperimentano nuove modalità di relazione all’interno del gruppo stesso.
Infine, il fatto che i membri del gruppo condividano una difficoltà comune consente anche di capirsi molto velocemente, di sperimentare una sensazione di appartenenza e di comprensione della propria problematica, cose che a volte i pazienti fanno fatica a ritrovare nei famigliari o nella rete sociale di supporto che, pur con la migliore delle intenzioni, spesso tende a sminuire la sofferenza del singolo o a proporre soluzioni infruttuose.
Le caratteristiche della terapia di gruppo
Parlando delle caratteristiche concrete di una terapia di gruppo, ricordiamo che questa prevede sempre almeno un conduttore (ma più probabilmente due), che ha la funzione sia di moderare le dinamiche interne al gruppo, sia di introdurre nuovi temi e nuovi argomenti di discussione, così come di proporre esercizi e compiti a casa coerenti con i temi trattati durante la seduta. La frequenza delle sedute è generalmente settimanale, mentre la durata del percorso del gruppo dipende dagli scopi del trattamento, che può mirare maggiormente all’apprendimento di dinamiche relazionali, al riconoscimento e gestione delle emozioni, al fronteggiamento di specifici sintomi, e così via.
Nel contesto di gruppo vige un patto esplicito di riservatezza sia rispetto agli altri membri del gruppo che ai temi che emergono di volta in volta, consentendo a tutti i componenti di sentirsi tutelati e liberi di esprimersi in estrema tranquillità.
Il gruppo funziona meglio se è coesivo, affidabile e prevedibile. La frequenza regolare è un aspetto importante in ciò, per cui ai membri viene richiesto di essere assidui frequentatori degli incontri, con una bassa percentuale di assenze, che viene concordata di volta in volta, come tutte le altre regole, all’inizio del ciclo di incontri.
Infine, nonostante la terapia di gruppo sia generalmente altamente supportiva, a volte può diventare stressante: potrebbero esserci volte in cui il gruppo diventa l’ultimo posto in cui il paziente vorrebbe essere, perché si sente per qualche motivo a disagio. In realtà queste occasioni possono essere opportunità molto fruttuose per affrontare il lavoro psicoterapeutico. Allo stesso modo, è possibile immaginare che alcune difficoltà che si incontrano nelle relazioni sociali esterne al gruppo tendano a riproporsi anche con gli altri membri all’interno del gruppo. Non ci si deve lasciare scoraggiare, perché in verità questa è una grande opportunità per comprendere meglio e con l’aiuto di un professionista cosa succede nella vita di tutti i giorni. Il gruppo è pronto a accogliere chiunque voglia fare buon uso della possibilità di lavorare insieme.
Per quanti fossero interessati ad approfondire le tematiche relative alla terapia di gruppo nella città di Modena possono entrare in contatto con il centro di Psicologia nella nostra pagina dei contatti oppure chiamarci direttamente al numero di telefono 389 09 69 657 o via email: info@modenapsicologica.it